Le comunità indigene del Guatemala sono le più colpite dalla povertà. Sono discriminate e i loro diritti umani vengono continuamente violati. La crisi legata al coronavirus, una politica che li disprezza e più recentemente, gli uragani Eta e Iota, le hanno portate sull'orlo dell'abisso. Le persone hanno urgente bisogno di sostegno e la Giornata internazionale dei diritti umani è una buona occasione per ricordarlo.
Diritto a protezione, sicurezza e cibo
La distruzione di raccolti e semi è un disastro, perché la piccola agricoltura assicura il cibo a molte persone, comprese quelle nelle città. Di solito possono vendere il surplus del raccolto, che a sua volta genera reddito aggiuntivo. Dopo che gli agricoltori sono stati limitati per mesi da un rigoroso isolamento, la polizia nella regione di Sololá, in cui è attiva l’organizzazione partner di Azione Quaresimale, ha ulteriormente rafforzato le direttive presidenziali per limitare gli spostamenti. Il presidente Alejandro Giammattei aveva decretato che i veicoli con cibo erano autorizzati a circolare nonostante il coprifuoco, ma la polizia non ha permesso il passaggio di questi trasporti. Fino a quando la popolazione affamata si è ribellata: la polizia è stata costretta a fare marcia indietro e ad attuare correttamente le direttive presidenziali.
Lo Stato sta agendo ingiustamente anche quando si tratta di sostegno agricolo alle comunità indigene. «Ad ottobre, ad esempio, i dati di un monitoraggio effettuato da Congcoop (Coordinación de Ongs y Cooperativas de Guatemala) hanno mostrato che il budget del Ministero dell’Agricoltura è stato utilizzato solo nella misura del 33 percento. Questo è più che preoccupante in un paese duramente colpito dalla pandemia. Tanto più che le comunità indigene, in particolare, non hanno ricevuto nessun sostegno», denuncia Flavio Caal Chen di Redsag. Il governo guatemalteco ha margini di miglioramento anche in termini di gestione del rischio di catastrofi. Sebbene i cicloni siano un fenomeno meteorologico tipico e ricorrente ogni anno, il governo non è ancora riuscito a prendere i provvedimenti necessari e offrire protezione e sicurezza a tutte le persone, indipendentemente dal loro stato sociale.
Insieme alla sua organizzazione partner Redsag, Azione Quaresimale chiede, in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani, protezione, sicurezza, diritto al cibo e autodeterminazione per le comunità indigene in Guatemala. Affinché gli agricoltori possano vivere e lavorare in modo dignitoso, è necessario che lo Stato guatemalteco attui la Dichiarazione sui diritti degli agricoltori per la quale Azione Quaresimale si impegna in Svizzera e nel Sud del mondo. Questa Dichiarazione è uno strumento per la promozione e l’attuazione di politiche, leggi e altri strumenti con i quali paesi e governi possono prendere misure per proteggere e sostenere gli agricoltori. Awex Cipriano Mejía, del comitato di Redsag, spiega chiaramente: «Senza gli agricoltori non c’è cibo, nessuno che protegge l’ambiente, l’acqua, i semi e la preziosa diversità biologica, che è essenziale per tutti noi. Per questo motivo, è imperativo proteggere i loro diritti umani e garantire l’accesso alla terra, all’acqua, alle sementi e a un lavoro dignitoso».
Per più informazioni :
- Philippa Mund, responsabile del programma Guatemala, 079 712 41 43
- Aide d’urgence pour 300 familles touchées au Guatemala