Nella parte meridionale dell'isola filippina di Mindanao, la progettata attività mineraria di Tampakan mette in serio pericolo l’esistenza delle popolazioni locali, i Bla‘an, che per vivere dipendono dalla foresta che fornisce loro ancora buona parte di ciò di cui hanno bisogno. Lo scopo del progetto è fare in modo che il progetto minerario tenga conto delle esigenze delle sette comunità Bla’an e che rispetti l’ambiente.
Azione Quaresimale sostiene questo progetto per tutelare i diritti dei Bla’an. I beneficiari diretti sono più di 4’000 persone per cui il progetto minerario prevede un trasferimento. Quelli indiretti sono circa 2’000 famiglie di contadini e 100’000 abitanti di località che utilizzano l’acqua della regione in cui sarà attiva la miniera.
L’ong filippina partner per questo progetto si chiama Social Action Center Marbel (SAC Marbel) ed è l’organo diocesano per la pastorale sociale. Le sue priorità la pace sociale, l’accesso a fonti alimentari sufficienti, la giustizia e la promozione dello sviluppo sociale ed economico delle minoranze.
Ecco che cosa possiamo fare anche grazie al suo aiuto:
- formare i Bla’an sui diritti delle popolazioni indigene e renderli capaci di tutelarli;
- informare e coinvolgere le autorità locali sulle attività della miniera affinché nelle contrattazioni considerino le esigenze delle comunità locali;
- monitorare le conseguenze della rarefazione dell’acqua;
- formare le famiglie di contadini su metodi di coltivazione ecologici e diversificati;
Coinvolgimento limitato dei locali e tensioni tra le varie comunità
Il progetto si situa nel distretto di Tampakan, a Sud di Mindanao, la seconda isola per superficie tra quelle che formano l’arcipelago delle Filippine. La zona di estrazione misura 23‘500 ettari circa, di cui quasi la metà sono terre coltivabili facenti parte di quattro province: Davao del Sur, South Cotabato, Sarangani e Sutan Kuderat. Il 70% della superficie della prevista miniera è nel territorio del gruppo etnico dei Bla’an, i quali sono in larga misura ancora cacciatori-raccoglitori e vivono a stretto contatto con la foresta e la natura.
Nonostante i Bla’an dipendano fortemente dalle risorse naturali per garantire la loro sussistenza, sono stati poco coinvolti nel progetto della miniera. Addirittura solo una parte delle comunità sono state contattate dai proprietari per essere informate dei possibili sviluppi e per elargire promesse sul pagamento di rette scolastiche, sulla costruzione di strade e sull’offerta di servizi. Questo atteggiamento non ha fatto che peggiorare la situazione di tensione tra le varie comunità. Inoltre, la miniera mette a rischio il futuro sviluppo della regione. Infatti con le sue attività di estrazione e lavorazione dei minerali farà largo uso delle riserve d’acqua che oggi soddisfano sia il fabbisogno di acqua potabile di località situate a valle sia quello di allevatori e coltivatori.