L’UPOV è stata creata nel 1961 da alcuni paesi europei per permettere ai selezionatori di piante di far valere diritti di proprietà intellettuale sulle sementi, simili a quelli sui brevetti. Da allora, le regole sono state inasprite diverse volte. L’attuale atto del 1991 (UPOV 91) proibisce ai contadini di conservare, riprodurre, riutilizzare, scambiare o vendere liberamente le sementi coperte dai diritti di varietà vegetali.
Questa restrizione è in contraddizione con la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei piccoli contadini (UNDROP) e con il Trattato internazionale sulle sementi della FAO, in cui proprio queste attività sono sancite come diritti dei contadini. Perché solo se possono disporre liberamente delle sementi potranno continuare a svolgere i loro compiti per l’approvvigionamento alimentare di una gran parte della popolazione mondiale, così come per la conservazione e l’ulteriore sviluppo delle sementi in futuro.
Pressione sul Sud
Negli ultimi decenni, la pressione crescente dei paesi industrializzati ha portato anche i paesi in via di sviluppo ad adottare le norme UPOV. Affinché un numero ancora maggiore di paesi si sottometta alle regole dell’UPOV 91, l’industria delle sementi, la segreteria dell’UPOV e in particolare vari paesi industrializzati continuano a fare pressione sui paesi del Sud affinché adattino la loro legislazione e limitino i diritti dei contadini.
Anche la Svizzera svolge un ruolo poco glorioso al riguardo, volendo obbligare i paesi partner ad aderire all’UPOV o ad adottare le sue linee guida negli accordi di libero scambio dell’Associazione europea di libero scambio (EFTA). Paradossalmente, i membri dell’EFTA Svizzera, Norvegia e Liechtenstein hanno scelto di non conformarsi ai requisiti UPOV 91 nelle loro leggi nazionali. Richiedere ai paesi in via di sviluppo di adottare leggi che essi stessi considerano inadeguate è ipocrita e ingiusto.
Invece dei diritti sulle varietà vegetali secondo l’UPOV, le ONG chiedono leggi che promuovano, piuttosto che limitare, il libero scambio e il riutilizzo delle sementi. Solo in questo modo la diversità delle sementi può essere preservata e utilizzata in modo sostenibile. E solo con un’agricoltura diversificata si possono superare sfide che minacciano la sicurezza alimentare, come il cambiamento climatico.
*L’azione è stata sostenuta da Alliance Sud, Pane per tutti, Sacrificio Quaresimale, FIAN, ACES, Public Eye, Swissaid, Uniterre e APBREBES.
- Foto della protesta
- Coalizione svizzera per il diritto alle sementi (francese e tedesco)
- Appello per una settimana mondiale d’azione contro l’UPOV (francese, inglese e spagnolo)
- Rudi Berli, presidente di Uniterre Ginevra, berli@uniterre.ch
- Tina Goethe, Diritto all’alimentazione e clima, Pane per tutti, goethe@bfa-ppp.ch
- Delphine Neyaga, Media e campagne, Swissaid, neyaga@swissaid.ch